I SEGRETI DEL TERMINAL TRAGHETTI

Ieri Ravenna in Comune ha sollecitato il Comune di Ravenna a rendere note le considerazioni che hanno spinto la proprietà pubblica a mettere all’asta l’unico terminal interamente pubblico del porto, il Terminal Traghetti. È da metà febbraio che l’Assessora ha ricevuto la richiesta di chiarimenti e non si degna di rispondere, non solo a noi ma, soprattutto, alla collettività che è effettivamente proprietaria di quel bene e a cui deve rendere conto. Non al PD e al PRI, dunque, ma alla cittadinanza deve rispondere.

Ieri una rivista del settore portuale ha dato notizia che, in realtà, il Comune si sta opponendo alla cessione anche se non lo rivela né spiega perché. Si oppone alle decisioni assunte dal Presidente Rossi con lo stesso metodo adottato a suo tempo contro il Presidente Di Marco: tramite la società SAPIR di cui il pubblico controlla la maggioranza e di cui il Comune di Ravenna, attraverso Ravenna Holding, detiene la quota di maggior peso: il 30%. E lo fa alleandosi alla famiglia Ottolenghi, ossia il Gruppo de La Petrolifera Italo Rumena, come pure aveva fatto contro Di Marco.

Si legge nell’articolo (a firma Andrea Moizo) che: «La Petrolifera Italo Rumena S.p.A., capofila del Gruppo Pir di Ravenna, e la concittadina Sapir vogliono ostacolare la cessione da parte dell’Autorità di sistema portuale romagnola della controllata T&C – Traghetti e Crociere e per farlo si sono rivolti al Tribunale amministrativo dell’Emilia Romagna.

Nel dettaglio gli atti impugnati sono quelli adottati dall’ente per indire un’asta pubblica a seguito dell’offerta ricevuta dal Gruppo Grimaldi (attraverso Grimaldi Euromed) per acquisire per 25 milioni di euro la società proprietaria delle aree di piazzale, locate alla Logiport dello stesso gruppo Grimaldi, immediatamente retrostanti i 26mila mq di banchina di cui la shipping company partenopea è successivamente divenuta concessionario e presso cui approdano le sue linee ro-ro con Brindisi».

Come già abbiamo ricordato, un pezzo per volta tutto il porto sta cambiando di mano: la S.F.A.C.S. e la Seaways della famiglia Bezzi, la Casadei & Ghinassi, i rimorchiatori SERS, la Nadep Ovest di Ravaioli, le proprietà portuali della famiglia Poggial (Setramar, Lloyd Ravenna, Soco, quote in Eurodocks e le società di spedizione Setrasped e Marisped), Secomar e Ambiente Mare della famiglia Cirilli, ecc., sono state tutte cedute, per lo più a fondi e multinazionali estere. Il Terminal Traghetti è l’unico terminal portuale interamente pubblico, anche nei piazzali, non solo per la stretta porzione banchinata. Almeno sino al prossimo 19 marzo in cui si apriranno le buste delle offerte. Quella che per Ravenna è un’eccezione (e in tutti i porti italiani, invece, è considerato normale) cesserà di essere tale, ammainando la bandiera pubblica a favore di un privato che, stando alle anticipazioni di stampa, dovrebbe chiamarsi Grimaldi.

Il Comune di Ravenna, mentre evita di informare la cittadinanza di quanto sta avvenendo e di darne ragione, risulta in realtà essersi opposto alla vendita, sempre senza darne alcuna informazione. Ravenna in Comune torna a ricordare l’importanza del porto per Ravenna, il suo valore economico, la sua importantissima fonte di lavoro, ed anche i rischi che contraddistinguono quell’area, alla vigilia dell’anniversario del 13 marzo: la strage del cantiere Mecnavi. Nulla giustifica la coltre di silenzio che viene stesa sul porto e, in questo specifico caso, su quell’area dove il 1° settembre 2006 moriva Luca Vertullo a soli 22 anni nella stiva di una nave traghetti il primo giorno di lavoro. Nessun segreto è giustificato né giustificabile.

Ravenna in Comune ribadisce l’urgenza di una risposta da parte dell’Assessora Annagiulia Randi. La domanda è semplice: perché?

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Pir e Sapir provano a bloccare lo sbarco di Grimaldi in banchina a Ravenna

Gli ex proprietari di T&C impugnano gli atti dell’Adsp prodromici alla cessione al gruppo partenopeo della società proprietaria dei piazzali per il traffico ro-ro

Fonte: Shipping Italy dell’11 marzo 2025

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