ZITTI E PORTO

È detto antico “zitti e mosca” ma a Ravenna dovremmo sostituirlo con “zitti e porto”. Se sono molte le domande alle quali il PD e il “bel” mondo che gli gira attorno preferirebbe non rispondere, quelle sul porto sono particolarmente sgradite. Per cui cadono inesorabilmente nel vuoto i tentativi di capirci qualcosa le rare volte che qualche notizia da quel “bel” mondo trapela. Eppure la cittadinanza ne avrebbe tutto il diritto: il porto è della collettività. Non è del PD, anche se tiene tutt’e due le mani sulla SAPIR. Non è del PRI, anche se si tiene aggrappato a T.C.R. Dunque, quando siamo venuti a sapere, da nota dell’Ente Porto trasmessa alla stampa, che una importante porzione di porto di proprietà pubblica stava per essere ceduto ad un privato, ci siamo chiesti: perché? E, non riuscendo a darci risposta sensata, lo abbiamo chiesto a chi è tenuto a saperlo, in quanto dovrebbe fare gli interessi della cittadinanza e proprio per questo ha un ruolo ufficiale dentro all’AdSP-MACS: il Comune di Ravenna. E, per esso, lo abbiamo chiesto specificamente all’Assessora Annagiulia Randi, delegata appunto al “porto”.

Il 18 febbraio scorso le abbiamo rivolto una lettera aperta, trasmessa a lei e per conoscenza alla stampa, chiedendole: «perché verrà venduto un prezioso bene portuale, che già avrebbe dovuto diventare demaniale e dunque incedibile?». Si tratta del «terminal traghetti in Largo Trattaroli, dove l’Autorità Portuale può (poteva?) contare oltre che su una banchina di circa mezzo chilometro, anche su una stazione marittima di 450 mq e su due piazzali rispettivamente di 50.000 e 52.546 mq., attraverso la società Traghetti & Crociere (T&C) al 100% dell’AdSP ravennate. Ora anche l’unico terminal ravennate in cui la totalità delle operazioni portuali (carico, scarico, trasbordo, movimentazione e deposito delle merci – art. 16 L.84/1994) è sottoposta al controllo dell’Ente Porto (come avviene normalmente in qualunque porto italiano) sta per finire in mano privata. Il gruppo Grimaldi, che già è stato autorizzato ad operare sulla banchina e a cui sono state affittate da T&C le aree retrostanti, ha presentato richiesta di acquisto della società». Ricevuta la proposta l’Autorità Portuale con Delibera presidenziale n. 7/2025 del 10.01.2025, ha stabilito di mettere all’asta l’intero capitale sociale della società “T. & C. – TRAGHETTI E CROCIERE S.R.L.”, per il prezzo base d’asta di 25milioni di euro. L’Asta avrà luogo la prossima settimana, il 19 marzo 2025, alle ore 10:00.

Non è indifferente che l’unico terminal portuale interamente pubblico dello scalo ravennate diventi privato. Dopo la morte di Luca Vertullo, schiacciato da un carico di peso superiore al consentito nel 2006, fu la proprietà pubblica a prendere la decisione di sottoporre a pesatura tutti i carichi installando apposita pesa, indispensabile presidio per la sicurezza dei lavoratori che la proprietà privata precedente non aveva messo in campo. Infatti il terminal, come riporta la delibera 7/2005, era stato appositamente acquistato dall’Autorità Portuale solo nel 2004. Va da sé che i controlli dell’Ente Porto, dopo la vendita, si limiteranno alle sole aree di banchina concessionate, lasciando fuori sia la stazione marittima che i piazzali.

Ricordavamo all’Assessora nella lettera aperta: «La sottrazione del controllo pubblico su gran parte delle attività svolte nei porti comporta importanti conseguenze. La Legge dei Porti (L.84/1994) limita il rilascio di autorizzazioni all’esercizio delle operazioni portuali ai soli soggetti in grado di fornire precise garanzie in termini di sicurezza del lavoro portuale. Lavoratrici e lavoratori portuali hanno diritto a condizioni lavorative, anche sotto il profilo economico, uniformi in base ad un identico contratto di lavoro, il CCNL dei lavoratori dei porti. La stessa legge 84 vieta o limita, a seconda dei casi, l’appalto e il subappalto delle attività ed il ricorso a forme di impiego di lavoratrici e lavoratori diverse dalla diretta assunzione. Ci sono precisi limiti che impediscono la concorrenza sfrenata tra le imprese portuali autorizzate. La Compagnia Portuale ha il monopolio del lavoro portuale quando questo non è direttamente effettuato da chi è stato assunto dalle imprese portuali. Per quanto limitata dalle modifiche introdotte a suo tempo dal PD, lavoratrici e lavoratori hanno ancora la possibilità di far sentire la propria voce tramite i sindacati nell’Organismo di Partenariato della Risorsa Mare. Queste ed altre ulteriori misure di tutela e salvaguardia sono però previste solo per il demanio portuale».

Tra pochi giorni anche questo pezzo di porto verrà ceduto, aggiungendosi ad una già lunghissima lista di cessioni («Pezzo a pezzo il porto viene ceduto e lo si celebra come se fosse un gran risultato. Così leggiamo di “crescita e sviluppo” quando, dopo la S.F.A.C.S. della famiglia Bezzi, il gruppo veneziano S.M.C. di Santi si è mangiato anche la Casadei & Ghinassi: due storici attori portuali locali passati di mano. Così come la ginevrina MSC di Aponte si è mangiata la Seaways, sempre di Bezzi, e i rimorchiatori SERS un tempo della famiglia Vitiello. La Nadep Ovest di Ravaioli è finita in mano ai cinesi di Ferretti (Weichai Group), come pure un bel pezzo di Rosetti Marino. Il fondo americano Davidson Kempner ha rilevato le proprietà portuali della famiglia Poggiali: Setramar, Lloyd Ravenna, Soco, quote in Eurodocks e le società di spedizione Setrasped e Marisped. Itelyum, un grosso gruppo specializzato nel settore oli esausti controllato da un fondo londinese, si è comprato i due insediamenti di Secomar e Ambiente Mare, dalla famiglia ravennate dei Cirilli»). Negli altri casi i privati hanno fatto quel che volevano senza rendere conto a nessuno. In questo caso, però, è il pubblico a cedere. Dovrebbero spiegare quel che stanno facendo al soggetto per cui lavorano: la pubblica collettività, quanto meno quella rappresentata dalla cittadinanza di Ravenna.

In attesa delle prossime elezioni per farlo dagli scranni del Consiglio Comunale, Ravenna in Comune sollecita via stampa una risposta da parte dell’Assessora: perché?

[nell’immagine: il terminal dell’Autorità Portuale dal sito di Traghetti & Crociere]

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“Porto in vendita”, da Ravenna in Comune una lettera aperta all’assessora Randi
“Apprendiamo dalla stampa che il porto sta per perdere l’unico terminal portuale interamente pubblico dello scalo ravennate”. Inizia così la lettera di Ravenna in Comune all’assessora Randi

Fonte: Ravenna Today del 18 febbraio 2025

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