SIETE SENZA VERGOGNA!

Quando come Ravenna in Comune votammo contro la delibera di “Adozione piano di recupero ambito cs 02_ex Amga”, non lo sapevamo, ma l’Assessora ai Capri Espiatori stava per impartirci una preziosa lezione. Dichiarò infatti in quell’occasione, come riporta il comunicato ufficiale del Comune: «Il piano di recupero si pone una serie di obiettivi strategici per il centro storico, in primis la riqualificazione di un’area non fruibile da decenni e originariamente destinata ad officina del gas, che manterrà come ricordo dell’antico utilizzo il fabbricato di archeologia industriale con ciminiera che sarà destinato ad usi aggregativi». Sono passati 4 anni da allora e solo ora scopriamo che si può “mantenere come ricordo” e al contempo “abbattere senza pietà”: le due cose, per l’Assessora, non sono in contraddizione, evidentemente. Il 29 gennaio scorso, spiegano i giornali, «i lavori nell’area dell’ex Amga sono iniziati presto e nel primo pomeriggio la ciminiera annessa all’ex Officina del gas, era dimezzata. Per ore un operaio, sospeso sul cestello di un’altissima gru, ha smontato, prima con un trapano, poi a mani nude, la parte più alta della costruzione storica, lasciando cadere a terra i mattoni». Spiega la proprietà, cioè Despar: «La parte più alta della ciminiera era pericolante, per questo è stata smontata e sarà ricostruita, più o meno dalla metà in poi».

Quello che Despar (e i giornali) chiamano smontaggio, Italia Nostra, a nostro giudizio correttamente, precisa trattarsi più propriamente di demolizione: «L’abbattimento della ciminiera dell’ex Officina del Gas (anche detta ex AMGA), che resisteva da oltre 160 anni. Una struttura giunta a noi in condizioni più che buone, che ha caratterizzato la zona con la sua sagoma inconfondibile». E si domanda cosa aspetti a dire qualcosa la Soprintendenza. Posto che abbia qualcosa da dire, ormai.

«Ravenna cancella storia, paesaggio, memoria e cultura, e disonora Corrado Ricci, Luigi Rava e tutti coloro che la resero un faro della tutela e della cultura italiana in un passato ormai lontanissimo. La Soprintendenza, la prima fondata in Italia, tace. Tace sulla distruzione delle alberate storiche di pini domestici, tace sui capanni balneari storici che, ora è confermato, verranno tutti rasi al suolo tranne quattro, tace sulle torri Hamon distrutte da ENI con i commenti sarcastici dell’Autorità Portuale, ricopre preziose ville romane, guarda andare in rovina gli edifici di archeologia industriale della Darsena di città tutelati come beni culturali (ex Montecatini ed ex SIR), il Teatro di Mezzano e l’ex Macello, anch’essi tutelati, ed ora, su una zona contigua all’area archeologica vincolata interessata dai resti del cosiddetto Quartiere Goto, guarda, per l’ennesima cementificazione e il milionesimo centro commerciale ravennate, l’abbattimento della ciminiera» così Italia Nostra.

Ravenna in Comune interpella invece l’Assessora Federica Del Conte perché ci dia un’altra non richiesta lezione e ci spieghi, appunto, se era questo che prometteva, ossia una possibile futura ricostruzione in facsimile dopo la demolizione dell’originale, quando aveva fatto credere che si sarebbe preservata almeno l’archeologia industriale. Scrivevamo: «Non basta certo il fatto che non venga abbattuto (e ci mancherebbe altro) il fabbricato ex forni con la ciminiera e che si lasci un po’ di spazio al verde, per farne “un intervento sostenibile” per utilizzare le parole dell’Assessora Del Conte». Abbiamo infatti scoperto solo ora che non resterà in piedi. Siete senza vergogna!

[Nell’immagine: il “modello ravennate” di preservazione della memoria…]

#RavennainComune #Ravenna #DelConte #exAmga #ciminiera

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Ex Amga, ciminiera in demolizione: “Ma sarà rimontata, per sicurezza”

Nell’area ieri un operaio è intervenuto sul manufatto della storica Officina del gas, risalente al 1863

Fonte: il Resto del Carlino del 30 gennaio 2025

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