Il Presidente della Regione ha incontrato il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti. Ci racconta de Pascale di aver fatto assieme a Salvini “il punto sulle opere prioritarie per il territorio”. Messa in sicurezza del territorio dopo le alluvioni? Nemmeno per sogno. Allora, forse, quegli interventi di desigillazione (ossia di permeabilizzazione del terreno) elencati nel programma elettorale di de Pascale già nel 2021? Assolutamente no! Magari l’accelerazione dell’azzeramento del consumo di suolo, che è una bandiera (sgualcita) della Regione sin dalla (inefficace) Legge urbanistica voluta da Bonaccini nel 2017? Neanche per idea…
Hanno ritirato fuori le stesse opere di sempre, secondo le stesse logiche di sempre, a vantaggio dei soliti noti di sempre: tante autostrade per farci viaggiare merci e persone come si fa dal dopoguerra in avanti, ferrovie ma non certo quelle che occorrono per i lavoratori pendolari né quelle che servono per togliere le merci dalle strade, il porto di Ravenna con i fondali approfonditi dove non serve, ma senza le elettrificazioni che perfino gli armatori hanno cominciato a chiedere, ed enormi piastre logistiche a perenne tombatura dei fanghi, ecc. ecc.
Bastano i nomi per fare rabbrividire: il solito passante di Bologna, la solita bretella Campogalliano-Sassuolo, la solita nuova statale 16… Insomma si tratta della solita vecchia ricetta a base di cemento, auto, camion a cui sono strettamente legate le ricadute negative della crisi climatica in atto senza, peraltro, nemmeno accennare a porsi il problema di iniziare ad affrontarle. Dove sono andate a finire le istanze di “mobilità sostenibile” a cui de Pascale faceva riferimento quando parlava della indispensabilità di “cambiare velocemente passo” approvando la “dichiarazione di emergenza climatica”? Era il 16 luglio 2019.
Oggi che non si fa più per finta, invece, tutto il focus è sugli interessi in capo ai concessionari autostradali, ai grandi operatori della logistica, ecc. ecc. Chi si ricorda la lavagnetta di Berlusconi con l’elenco delle sue grandi opere? Siamo sempre lì, a “una road map per poter arrivare nel tempo più breve possibile allo sblocco delle opere”. Così il “nostro” de Pascale.
Come Ravenna in Comune non siamo stupite o stupiti: de Pascale lo abbiamo sgamato da un pezzo. Si trova benone con Salvini (così come con Calderoli o Piantedosi o Pichetto Fratin o la Meloni o…): sono fatti della stessa pasta. Non l’argilla, ma il calcestruzzo. Il prossimo che sgameremo sarà quel Barattoni che, indovinate un po’, riparla di “desigillazione del territorio”, di “città degli alberi”, di “fonti rinnovabili” ed altri slogan buoni almeno fino alla fine delle elezioni. Perché è sempre la stessa storia: il partito del liberismo libero e bello, il PD, sa bene che non sono queste le vere opere che i poteri di riferimento vogliono si facciano. Ma per fare quelle “vere” bisogna prima essere eletti. E, allora, qualche “innocua” panzana la si deve pur raccontare. Così sono anche felici quegli alleati che, pure loro, si fingono ambientalisti anche se sono solo parolai. Poi, dopo le elezioni, si farà sul serio. Come tutte le volte.
Ravenna in Comune invita elettrici ed elettori a pensare alle alluvioni, a chi le ha rese così gravi e alla credibilità di chi si ripropone alle urne. Questa volta, davanti ai raccontini dei soliti piddini contaballe meglio non chiudersi gli occhi, le orecchie e turarsi il naso: altrimenti potrebbe essere l’ultima con la testa fuori dall’acqua.
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De Pascale-Salvini, incontro per Statale 16 e Porto di Ravenna: “Sbloccare prima possibile le opere”