Per quanto ancora l’attuale Giunta procederà per inerzia lungo il solco tracciato dal suo ex Sindaco, un individuo totalmente condizionato da pregiudizi ascientifici? Ci riferiamo alle sue tristemente note affermazioni per cui il pino sarebbe un pericolo a causa dei cambiamenti climatici ed andrebbe eliminato dall’ambiente urbano. È sulla base delle seguenti parole pronunciate da un de Pascale improvvisatosi agronomo dilettante che alla mattanza sta facendo seguito il cambio di specie: «Il pino non è idoneo all’ambito urbano. Quando soffiano venti come quelli visti sabato i danni sulle alberature sono ormai all’ordine del giorno e colpiscono anche quelle in ottimo stato e potate, sulle quali dunque non è possibile fare previsioni. Capisco e rispetto chi pone questioni identitarie, perché la pianta è simbolo della nostra città, ma occorre prendere atto della realtà: i pini in città possono rappresentare un pericolo. Gradualmente bisognerà arrivare alla loro sostituzione con altre essenze più adeguate, non ripiantandoli quando vengono rimossi». La frase gli è stata attribuita il 4 dicembre 2023 ma i lecci che hanno sostituito i pini in via Maggiore sono stati piantati pochi giorni fa dopo la sua decadenza.
Le affermazioni di de Pascale sono destituite di fondamento scientifico: al contrario di quanto sostiene è proprio il pino domestico, quello presente in via Maggiore a Ravenna, che ne caratterizza il viale alberato di accesso al centro storico per Porta Adriana, ad aver dimostrato di essere uno degli alberi più resilienti alla crisi climatica, in grado di sopportare meglio di altri le condizioni estreme sempre più frequenti anche da noi. Il leccio con cui lo si sta soppiantando, al contrario, è facilmente messo in crisi dalla siccità, dall’inquinamento di aria e suolo, e dagli attacchi di funghi patogeni e parassiti defogliatori. Sono risultati ottenuti a seguito di seri studi scientifici condotti da esperti di livello universitario non di rivelazioni fornite dalla palla di vetro di de Pascale in versione Mago Zurlì.
Ravenna in Comune chiede alla Giunta di interrompere immediatamente lo scempio di Via Maggiore avendo tra l’altro in considerazione che i lecci sono alberi a lenta crescita e, dunque, inidonei anche per questo a sostituire pini nella loro maturità. Le ben note problematiche che il Comune ha sin qui solo fatto finta di affrontare apponendo ridicoli cartelli (“degrado da radici”) sono risolvibili con l’ausilio di apposite tecniche abbondantemente illustrate dagli esperti messi in campo dal gruppo “Salviamo gli alberi”. L’effetto visivo negativo risultante sul viale dall’introduzione delle nuove piantine è peraltro percepibile da chiunque senza bisogno di studio.
Mentre attendiamo l’esito del ricorso presentato dallo stesso gruppo di cittadini per arrestare la devastazione di un altro viale di pini a Lido di Savio, manifestiamo incredulità sentendo reiterare dal candidato sindaco del PD che «La città degli alberi è una scelta obbligata». Dallo stesso Barattoni, infatti, non è uscito verbo a difesa del patrimonio arboreo esistente mentre invece racconta che «si è fatto molto a Ravenna, ma si può fare ancora di più». Se vuol essere credibile, la smetta di scimmiottare de Pascale e si unisca al coro di quanti domandano all’assessore alla deforestazione Gallonetto di lasciare al suo posto l’albero simbolo di Ravenna: il pino!
[nell’immagine: confronto tra gli alberelli di leccio appena trapiantati e gli storici pini di Via Maggiore a Ravenna]
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“I pini abbattuti in via Maggiore non verranno più ripristinati, estrema delusione”
Fonte: Ravenna24Ore del 14 dicembre 2024
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Alessandro Barattoni, candidato sindaco di Ravenna