Ieri a causa della pioggia, senza che stesse verificandosi nulla di epocale, siamo già andati in crisi. La piena del Lamone ha fatto tenere le dita incrociate fino a sera. A Faenza è passata senza danni. A Brisighella no. E comunque la linea per Marradi è stata sospesa. Contemporaneamente, a Bologna, l’Assemblea Legislativa ha visto svilupparsi un dibattito proprio sul tema delle alluvioni. Il Presidente dell’Emilia-Romagna, l’ex Sindaco di Ravenna Michele de Pascale, ha sentenziato:
«Con gli eventi alluvionali senza precedenti che hanno colpito l’Emilia-Romagna negli ultimi due anni, il territorio si è fatto trovare in grave criticità e fragilità. Per questo dobbiamo chiederci cosa possiamo fare di più e meglio di quanto fatto fino a ora. Purtroppo la reazione della Repubblica, intesa come enti a tutti i livelli territoriali, è stata insufficiente. Ma continuare a cercare le responsabilità non è produttivo, non è ciò di cui hanno bisogno i cittadini».
Niente affatto. Le responsabilità non vanno solo cercate, vanno individuate e rese pubbliche. Lo dobbiamo a parenti e amici delle persone che sono morte, a chi ha perso tutto o comunque subito gravi danni, a chi si è trovato fuori casa e solo dopo tanto vi è rientrato, a chi sta ancora aspettando e a chi non potrà più rientrarvi. E comunque lo dobbiamo a chi continua ad avere paura ogni volta che viene giù un po’ d’acqua. Le cittadine e i cittadini hanno bisogno che si faccia piena luce sulle responsabilità, anche perché, se le conseguenze sono state così gravi, non è dovuto solo agli «eventi climatici fuori scala rispetto alle statistiche» di cui parla il nuovo Commissario che questa volta piace a tutti, centrodestra e centrosinistra, indifferentemente.
Le “criticità e fragilità” della montagna sono diverse da quelle della pianura. E da zona a zona, sia in montagna che in pianura, le cose sono andate diversamente: c’è chi è andato sotto una volta e chi due e chi tre e chi sta continuando; chi le frane le ha sotto controllo e chi continua a scivolare a valle…
La Regione deve pulire i fiumi ma anche i confinanti con i corsi d’acqua non possono lavarsene le mani. Ma cosa vuol dire “pulire i fiumi”? Affidare l’incarico con aste al ribasso a chi conta di andare in attivo cedendo il materiale ricavato alle centrali a biomasse è stata una politica lungimirante? O ha comportato quanto abbiamo visto: nessun intervento selettivo e tabula rasa a lunga distanza di tempo con abbandono dei materiali lungo gli alvei per l’impossibilità delle centrali di riceverlo e dei tagliatori di stoccarlo altrove. Materiale pronto per finire ad intasare le luci sotto i ponti ferroviari, magari…
Costruire su tutto lo spazio ancora non cementificato, impermeabilizzando ogni terreno e rendendo impossibile l’assorbimento anche parziale dell’acqua tracimata è stato davvero ininfluente rispetto a quanto accaduto e continua ad accadere? Perché nessuna marcia indietro è stata fatta rispetto alle autorizzazioni rilasciate?
Qualcuno, che all’epoca sedeva a Palazzo Merlato ed ora si è trasferito armi e bagagli nel Palazzo regionale di Viale Aldo Moro, faceva la spola tra le reti televisive per rilanciare accuse di presunte minacce ricevute. Perché, diceva, tutta la colpa andava riservata alle nutrie e a chi ne aveva impedito lo sterminio.
E allora su qualcosa come Ravenna in Comune siamo d’accordo con de Pascale. Continuare a cercare le responsabilità tra le nutrie «non è produttivo, non è ciò di cui hanno bisogno i cittadini». E nemmeno cercare le responsabilità tra le forze politiche dell’Emilia Romagna, visto che il PD da tempo è il partito che tutto amministra, perciò anche questo cercare «non è produttivo, non è ciò di cui hanno bisogno i cittadini».
Abbiamo fatto solo alcuni esempi. Ravenna in Comune, e a parlare sono gli atti ufficiali, per tutto il tempo che ha esercitato il ruolo dell’opposizione in Consiglio Comunale ha votato contro gli strumenti di bilancio proprio per la mancanza di risorse stanziate per la salvaguardia di un territorio la cui «grave criticità e fragilità» solo oggi viene ammessa. Non possiamo dunque accettare che si vada oltre senza che il PD locale e i suoi notabili ne scontino, anche politicamente, le conseguenze. Continueremo a ripeterlo sino al giorno delle elezioni: anche attribuire le corrette responsabilità per ciò che è successo e continua a succedere è «ciò di cui hanno bisogno i cittadini»!
[nell’immagine: i volontari, indispensabili durante le alluvioni e dopo, ma per le Istituzioni o sono un peso o è come se non esistessero e denunciano chi glielo fa notare]
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Alluvione. De Pascale in Assemblea legislativa