Dopo una lunga stasi si sta dando attuazione al preannunciato e contestato nuovo supermercato nell’area ex AMGA a Ravenna. 1.400 metri quadrati di vendita e 400 a magazzino, con parcheggi a piano terra, e un edificio ad uso residenziale di 1.400 metri di superficie e una ulteriore impermeabilizzazione del terreno con destinazione a “piazza pubblica”. Nessun colpo di scena inatteso. Del resto questo è quanto normalmente accade quando le amministrazioni a trazione PD sproloquiano di “riqualificazione di un’area storica” (il primo gazometro e la ex sede della municipalizzata per la distribuzione dell’acqua e del gas). “Adozione piano di recupero ambito cs 02_ex Amga – Città storica”: il titolo della delibera. Questa volta ad essere interessato è il nord-est del centro storico, in prossimità della Rocca Brancaleone e di Porta Serrata, a cavallo della cinta muraria.
Il 27 aprile 2021 Ravenna in Comune è stata l’unica delle liste allora presenti in Consiglio Comunale (con il supporto dei consiglieri ex CambieRà del gruppo misto) a votare contro la delibera presentata dall’assessora ai capri espiatori Del Conte. Scrivevamo: «Dopo essere stata dismessa e venduta 15 anni fa ed essere da allora rimasta in abbandono, ci si poteva impegnare a trovare qualcosa di meglio. Niente di nuovo, invece: case e supermercati. In un territorio comunale in cui abbonda il residenziale inoccupato e continuano ad aumentare le superfici destinate a gdo. Non basta certo il fatto che non venga abbattuto (e ci mancherebbe altro) il fabbricato ex forni con la ciminiera e che si lasci un po’ di spazio al verde, per farne “un intervento sostenibile” per utilizzare le parole dell’Assessora Del Conte».
La nostra non è una posizione isolata nella nostra comunità e nemmeno appannaggio del solo mondo ambientalista. A meno di una nostra distrazione, infatti, a tutt’altro ambiente risulta appartenere Confesercenti che ha scritto: «il paradigma è completamente sbagliato, non è possibile pensare di riqualificare edificando ulteriori nuove superfici commerciali, la città ne è satura. Si tratta tra l’altro di un progetto recente, approvato dal consiglio comunale nel 2021, non di una destinazione urbanistica datata, figlia di una previsione sovradimensionata dello sviluppo demografico cittadino, che poi non si è realizzato, come negli insediamenti a sud e ad est dell’area urbana. Comprendiamo le esigenze dei proprietari privati ma l’ente pubblico dovrebbe in questi casi far valere il proprio ruolo d’indirizzo».
Ce lo chiediamo anche noi. Qual è il ruolo dell’Ente Pubblico per il PD che si accinge a ripresentare per l’ennesima volta il proprio candidato sindaco fotocopia alle elezioni di primavera (ancora una volta il segretario provinciale in carica del partito)? Confesercenti suggerisce che si dovrebbe pensare «al fragile equilibrio commerciale del Centro Storico cittadino, sempre più minacciato dalla crisi, dalla riduzione del potere d’acquisto, dalla concorrenza delle multinazionali. Fondamentale anche la riverdificazione e la riforestazione degli spazi urbani centrali, non solo periferici, per contrastare il fenomeno delle isole di calore che rendono le nostre città sempre più roventi e la fruizione delle strade e delle piazze sempre più difficoltosa nel periodo estivo, per residenti, clientela e turisti». Certo non si possono delegare questi compiti alla sola proprietà privata e svolgere il ruolo di approvatore di qualunque lottizzazione venga presentata. O invece sì? Non è forse quest’ultimo il ruolo che da anni svolgono le Giunte ravennati a guida PD?
Al fine di evitare il ripetersi di queste insostenibili operazioni di totale sudditanza della rappresentanza politica agli interessi esclusivamente economici della grande distribuzione (ma varrebbe lo stesso per la lobby degli immobiliaristi o, in altro campo, per quella degli “amichetti del cane a sei zampe”) riportiamo di seguito i risultati delle votazioni della delibera. Se non si tiene presente qual è il reale comportamento delle forze politiche nelle situazioni che concretamente si presentano in Consiglio Comunale, infatti, alto è il rischio di prendere per oro colato le dichiarazioni e i programmi che gli stessi partiti presentano al momento delle elezioni. Votarono a favore del nuovo supermercato in 17, ossia tutta la coalizione di centrosinistra: PD, PRI, Italia Viva, Ama Ravenna, Art.1-Mdp (ora rientrato nel PD). Non votò contro ma si limitò all’astensione l’opposizione di centrodestra: il Gruppo Alberghini (lista del candidato sindaco del centrodestra), Forza Italia, Lega Nord, La Pigna e CambieRà (in tutto 8 voti). Come detto, l’unica vera opposizione la facemmo noi: 3 voti contrari (Ravenna in Comune e Gruppo Misto).
La prossima primavera, al momento di votare alle elezioni comunali, suggeriamo di tenerlo bene a mente per evitare di cascarci un’altra volta. La storia che vede la presunta riqualificazione dell’area ex AMGA tradursi nell’edificazione dell’ennesimo supermercato è infatti una vicenda ben rappresentativa della vita politica del nostro Consiglio Comunale. E di ciò che questo comporta per la vita di tutti i giorni della collettività ravennate.
[nell’immagine: a sinistra, la città di Ravenna con il suo gazometro nel disegno del Savini del 1903; a destra, l’edificio storico di archeogia industriale superstite]
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Al via i lavori per il nuovo supermercato nell’area ex Amga: «Pronto entro l’anno»