BARZELLETTA SOVRANA – COSE FUORI DAL COMUNE

Sono tanti i modi di intendere la sovranità di quell’oscuro oggetto chiamato Stato (e anche sull’uso appropriato di questo termine, ovviamente, ci sarebbe da discutere). Non sbagliamo, comunque, se lo riconduciamo all’etimologia del vocabolo: “che sta sopra”. Dunque uno Stato è sovrano se non vi è un altro Stato al di sopra di esso. La nostra Costituzione la dà per scontata, tanto che passa immediatamente a rispondere alla “domanda” successiva: a chi appartiene? E la risposta, forte e chiara, è “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Questo dare per scontato il fatto di essere uno Stato sovrano, comporta la mancata preoccupazione per quanto può far perdere la sovranità. L’ostinarsi a ripetere in ogni occasione che “la nostra è la più bella Costituzione al mondo”, a sua volta, fa perdere di vista che, quanto meno sotto specifici aspetti, altre costituzioni possano essere “più belle della nostra”. Ad esempio, la Costituzione boliviana respinge come quella italiana la guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali ma, nello stesso articolo, aggiunge un capitoletto di cui in quella italiana si sente profondamente la mancanza: “È vietata l’installazione di basi militari straniere in territorio boliviano”. In Italia non sappiamo nemmeno quante siano le basi militari sottoposte al Comando NATO o a quello statunitense e quanti militari di quali diverse nazionalità ospitano. Sappiamo che godono di extraterritorialità e non sono quindi soggette ai poteri giuridici dello Stato Italiano e quello che avviene all’interno è coperto da segreto. Perfino il contenuto degli accordi che le regolano è segreto. Fonti normative sono gli accordi internazionali NATO e gli accordi bilaterali Italia-Usa. In particolare, si legge sul sito della Camera dei Deputati che l’Air Technical Agreement del 30 giugno 1954 e il Bilateral Infrastructure Agreeement del 20 ottobre 1954 “hanno una elevata classifica di segretezza e non possono essere declassificati unilateralmente”. E aggiunge: “I comandanti delle basi sono militari italiani ma essi non hanno poteri di controllo sostanziale sulle attività poste in essere dagli Stati Uniti, poiché si limitano a decidere in materia di numero dei voli, orari dei voli, responsabilità di assistenza al traffico aereo. Il controllo di carattere militare sul personale, l’equipaggiamento, i tipi di attività che vengono posti in essere dagli Stati Uniti ricadono nella competenza del comandante statunitense”. Naturalmente questo vale anche per l’uso delle armi atomiche dislocate in quelle basi.

Anche senza considerare altri vincoli imposti al nostro Stato, dunque, si può pacificamente concludere che la sovranità accordata allo Stato Italiano abbia limiti talmente importanti da farla venir meno come principio: l’Italia non è uno Stato sovrano e si comporta conseguentemente. Basta osservare come il Governo Italiano si uniformi in tutto e per tutto ai comportamenti assunti in sede internazionale dagli Stati Uniti d’America a cui è soggetto. Le prese di posizione sulla Palestina in sede di Nazioni Unite, disallineate da quelle della maggioranza dei Paesi del Mondo e del tutto omogenee a quelle della minoranza guidata dagli Stati Uniti d’America, parlano da sole.

Alla luce di tutto ciò ci chiediamo perché il Ministro degli Esteri proprio alla sovranità abbia scelto di fare riferimento per giustificare l’ingiustificabile. “Noi non siamo sotto scacco di nessuno. Siamo un Paese sovrano e facciamo la nostra politica”. Lo ha detto dopo che il nostro Paese ha restituito al Governo fantoccio libico Osama al-Najeem detto Almasri che gestisce dal 2021 l’Istituto di Riforma e Riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli essendo uomo di fiducia del signore della guerra Abdel Raouf Kara, il leader della milizia che controlla l’aeroporto e le carceri cittadine, e componente della Rada, un gruppo militare islamista. Accusato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra dalla Corte penale internazionale, è ritenuto responsabile di aver coordinato, ordinato e eseguito omicidi, violenze sessuali e torture nelle strutture carcerarie di Tripoli, in particolare nella tristemente nota struttura di Mitiga. In pratica gestisce il traffico internazionale di migranti nel Mediterraneo. Uno di quei trafficanti che il Governo Meloni spergiura di stare contrastando. Uno che troviamo dietro a tutti gli accordi sottoscritti tra Italia, sia di centrodestra che di centrosinistra, e Governo fantoccio libico per la gestione del contrasto all’immigrazione illegale. Sottoposto a mandato di arresto emesso dalla CPI è stato riportato in Libia con un volo di Stato invece di essere consegnato alla stessa CPI perché lo processasse. Le immagini ce lo restituiscono festeggiato al suo arrivo tra i lazzi dei presenti nei confronti della “sovranità” italiana.

E pensare che, se fossimo veramente un Paese sovrano, la nostra Costituzione (la “più bella del mondo” solo a giorni alterni) qualcosa di più dice, anche se sorvola sulla occupazione militare del nostro Paese da parte di eserciti stranieri. Nello stesso articolo 11 che, come nell’articolo 10 di quella boliviana, parla di pace, aggiunge: “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Proprio quanto previsto dallo Statuto di Roma, che proprio in Italia ha istituito la CPI e a cui, naturalmente, l’Italia ha aderito. Giusto dunque il biasimo espresso nei confronti dello Stato italiano da parte della stessa CPI.

La sovranità italiana è una barzelletta in tutto il mondo ma fa ridere solo in Libia.

#RavennainComune #Ravenna #sovranità

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Caso Almasri, Tajani: “La Corte dell’Aia non è bocca della verità”

“Il Ministro Piantedosi riferirà in Aula e spiegherà tutto ciò che è stato fatto correttamente dal Governo italiano. L’Italia non è sotto scacco di nessuno siamo un Paese sovrano e facciamo la nostra politica. La Corte di giustizia dell’Aia non è il verbo, non è la bocca della verità. Si possono avere opinioni diverse. La decisione di liberare Almasri è stata della magistratura.” Ha dichiarato il Ministro degli Esteri Antonio Tajani raggiungendo palazzo Chigi da Palazzo Madama.

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