VILLA ROMANA: COPRIRE PER DIMENTICARE

Lo scorso anno, a metà giugno, denunciavamo: «Classe, la sepoltura della scoperta è il funerale della democrazia».  Ci riferivamo a quella che, scrivono i giornali, «gli esperti considerano questa scoperta come la più importante negli ultimi trent’anni, dopo i mosaici di via d’Azeglio. I resti affiorati includono una villa signorile con caratteristiche termali e i resti successivi di una chiesa. Le indagini hanno rivelato fondamenta, un sistema di riscaldamento, e un sistema di approvvigionamento dell’acqua per il complesso termale. Tra le strutture ben conservate risulta un tunnel sotterraneo con pareti in mattoni che ospitava probabilmente una ruota per la raccolta dell’acqua. Altre aree mostrano le tracce delle fondamenta di una chiesa, costruita successivamente sulle rovine della villa. Sono stati trovati molti reperti, inclusi anfore e condutture in piombo». Parliamo dell’area circostante la torre radar dell’Enav, a Classe. Il rinvenimento è avvenuto a seguito delle verifiche obbligatorie compiute da SNAM (nessun merito come fosse un benefattore, dunque: ha solo fatto quanto non poteva evitare di fare) preventivamente agli scavi per due gasdotti. Sono i lavori di scavo per la posa del Metanodotto Ravenna mare – Ravenna terra ampliati per il passaggio in aderenza e parallelismo del Metanodotto di collegamento tra rigassificatore e rete di distribuzione.

Scrivevamo: «Ravenna in Comune invita le forze politiche di opposizione ma anche quelle di maggioranza ad unirsi nella richiesta di un cambio di rotta nelle solite politiche messe in atto a Ravenna. Chiediamo che le associazioni che hanno a cura il territorio, le pro-loco, le scuole, cittadine e cittadini si smarchino dall’attitudine ad aspettare che sia qualcun altro/a a smuoversi anche per chi sta zitto/a. L’ASCOM ha già iniziato. Se vogliamo che cambi qualcosa, diciamolo già ora, senza aspettare che succeda qualcosa al momento del voto. I cambiamenti si preparano con la partecipazione ogni giorno che ce n’è bisogno. Cominciamo dalla più grande scoperta degli ultimi 30 anni che potrebbe formare un centro di riferimento internazionale con l’antico porto di Classe, il Museo Classis, la Basilica di Sant’Apollinare ed i resti archeologici delle altre chiese classensi. Non permettiamo che si svolga impunemente l’ennesimo funerale di un’aspettativa mancata con l’interramento della scoperta archeologica assieme ai resti putrescenti della nostra democrazia vigliaccamente assassinata dai soliti noti!».

A distanza di sei mesi, terminati gli scavi preventivi obbligatori, si è iniziato a ricoprire il tutto nel silenzio generale della politica, di maggioranza e di opposizione. Del resto, a Ravenna, la lobby del fossile la fa da padrona e nulla e nessuno ne devono ostacolare i lavori, importantissimi (per le tasche di SNAM) benché inutilissimi (per la cittadinanza: visto il drastico calo dei consumi le nuove opere servono solo all’esportazione). Lo abbiamo già detto: «La cittadinanza non ha diritto di parola. Non può essere consultata sull’opportunità che quanto si sta scoprendo si mantenga nella disponibilità della cittadinanza e di un turismo consapevole. Si prosegue sulla stessa linea dettata da questa Amministrazione con i tombamenti di Piazza Kennedy: coprire tutto e dimenticare in fretta».

Non permetteremo che anche questa storia vada dimenticata come tutte le altre. Non ci sono i soldi per consentire la fruizione della scoperta. Non ci sono mai del resto. Le risorse (pubbliche) per il rigassificatore, invece, si sono trovate. Eccome! Un miliardo e trecento milioni di euro sino ad oggi e non è nemmeno lontanamente finita… Ravenna in Comune invita le cittadine e i cittadini che vogliono cambiare a farlo a partire dal voto nella prossima primavera.

[nell’immagine: gli scavi di Classe]

#RavennainComune #Ravenna #Classe #democrazia

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Fonte: il Resto del Carlino del 22 gennaio 2025

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