Solo un grande artista è in grado di immortalare se stesso in un autoritratto capolavoro. È giusto riconoscere all’attuale Giunta Comunale (sia nella versione de Pascale 1, che 2 che Sbaraglia) che ben merita il titolo (poco onorifico) di grande artista delle opere incompiute e in cronico ritardo. E il proprio monumentale “capolavoro” in questo senso, vero e proprio autoritratto che ne rappresenta con fedeltà le peggiori caratteristiche, non può che essere l’inutile nuovo palazzetto dello sport in perenne attesa di completamento.
Nel 2017 de Pascale lo aveva lanciato come l’opera con cui intendeva essere ricordato: «Il progetto è in grado di esaltare diverse e tante funzionalità poiché consentirà di liberare il Pale De André da tutte le iniziative collegate allo sport e di attrarre eventi, manifestazioni, importanti fiere, come Omc, e anche grandi concerti che oggi sistematicamente evitano Ravenna perché la struttura attuale ha una capienza non compatibile con grandi spettacoli, dunque si tratterà di un’infrastruttura importantissima per lo sviluppo complessivo della città». Costo previsto? 15 milioni di euro per un doppione del palazzetto già esistente a pochi metri di distanza che ben si sarebbe potuto aggiornare ad un costo sensibilmente inferiore. Al momento di ripresentarsi, nel 2021, quella che nelle intenzioni doveva essere la sua cartolina per la rielezione stava già sbiadendo: «La scelta di fare un nuovo palazzetto […] credo ancora che sia giusta. […] Però come sindaco sento tutta la responsabilità di un cantiere bloccato sulle spalle dell’amministrazione comunale». Otto anni dopo il trionfale annuncio la Giunta di PD & soci ha portato il costo, per ora, a 24 milioni di euro, senza che si intravveda nemmeno lontanamente la conclusione dei lavori, più volte rinviata. La stessa assessora ai capri espiatori, Federica Del Conte, che tanti finali ha scritto e riscritto per tante altre opere, ha alzato bandiera bianca: «Non mi sento la responsabilità di dare una data in cui sarà ultimato». In precedenza aveva parlato di quest’anno, ma poi ha stracciato tutto.
Lo abbiamo definito esemplare per le dimensioni del fallimento, ma certo non è il palazzetto l’unica opera pubblica da inserire in quel lungo elenco che comprende gravi ritardi, strepitosi aumenti del costo, opere risultate inadeguate quando completate e anche annunci a cui poi nulla è seguito. Come Ravenna in Comune avevamo già sottolineato prima delle dimissioni del Sindaco «che non c’è un cantiere che vada liscio e, se riguarda infrastrutture indispensabili, come ponti e strade, c’è un comprensibile timore da parte della cittadinanza che un ritardo sia inevitabile e porti danni economici e nella vita quotidiana. De Pascale stia sicuro, anche dopo la sua partenza continueremo a ricordarlo come “merita” per quel fallimento simbolo di due mandati: il suo Pala dePa autentico palaflop!».
Per un attimo, lo stesso de Pascale aveva riconosciuto di dover cambiare la propria strategia riguardo le opere pubbliche (mal)gestite dalla propria Amministrazione: «Ho molta stima e fiducia nei miei collaboratori, ma ci troviamo di fronte a diversi interventi del Comune con ritardi, contenziosi con le imprese e ricorsi. Allora è chiaro che qualcosa sui criteri di gara vada cambiato».
Per quanto ci riguarda non può bastare una estemporanea affermazione a cui poi ha fatto seguito il nulla. Ravenna in Comune onora l’impegno che si è assunta e denuncia con fermezza l’inconcludenza politica e amministrativa della maggioranza di centrosinistra che ha guidato in questi anni il Comune. Peggio dell’inconcludenza ci sono solo i risultati delle conclusioni a cui è riuscita a pervenire: opere di utilità per i soli lottizzatori e membri della “ricca” (in tutti i sensi) compagnia raccolta attorno ad ENI. Facciamo in modo che le prossime elezioni servano a sbarazzarci definitivamente di questo andazzo e di questa cricca.
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Palazzetto delle arti e dello sport, nuovo aumento dei costi: si sfiorano i 24 milioni di euro. Il nuovo aumento dei costi dell’imponente cantiere si evince dall’ultima variante approvata dalla Giunta ravennate. Nel 2019 i lavori erano stati affidati per 15,5 milioni di euro