Lo scorso settembre abbiamo appreso dell’assurda cancellazione del più antico Festival d’Organo italiano (ed uno dei più longevi a livello europeo): il Festival Internazionale di Musica d’Organo di San Vitale che ha completato 63 edizioni. Benché si sia sempre svolto nell’antica San Vitale sin dalla seconda metà del secolo scorso, Curia Arcivescovile e Opera di Religione hanno infatti deciso di negare l’uso del monumento, uno dei patrimoni dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. Lo hanno fatto in completa autonomia e senza dare notizia di aver consultato le Istituzioni cittadine, nonostante l’importanza che il festival riveste sia sotto il profilo culturale che economico e turistico per il nostro territorio. Ed anche senza tener conto del fatto che l’organo di San Vitale, che gli artisti internazionali suonano durante il Festival, è stato fatto realizzare appositamente per il Festival nel 1960 dalla Provincia di Ravenna, che ne è proprietaria, e alla Diocesi è stato affidato proprio perché venisse proseguito l’utilizzo che ha giustificato l’acquisto. Ravenna in Comune scriveva il 17 settembre 2024:
«Non è ammissibile che la Curia si permetta di uccidere dall’oggi al domani un Festival di questa portata, identificato con San Vitale da più di sei decenni, senza nemmeno pensare di aprire prima un confronto con le Istituzioni cittadine. O, peggio, dobbiamo pensare che un confronto si sia svolto senza che nulla ne sia trapelato e l’esito sia proprio questo?
E, d’altra parte, dove sono queste Istituzioni cittadine? Perché si esibiscono nel tradizionale costume del pesce in barile? Forse il fatto che l’attuale Direzione del Festival non appartenga, come noto, al cerchio magico delle donne e uomini di cultura che ruotano attorno al PD e al centrosinistra condiziona il menefreghismo delle Istituzioni? Un Sindaco che è da tempo con la testa altrove e un Assessore alla Cultura già distratto dal pensiero del dopo primavera possono condizionare la sopravvivenza di una rassegna musicale che ha maggiore età (e meriti culturali) di entrambi?».
Nel frattempo de Pascale, il Sindaco di settembre, è diventato Presidente della Regione, e Sbaraglia, l’assessore alla cultura di settembre, è diventato Sindaco facente funzioni ma ha mantenuto la delega alla cultura. Nessuna variazione è intervenuta a livello di Curia e di Opera di Religione. In tutto questo tempo nessuno ha accettato di confrontarsi con la Direzione del Festival. E allora, nonostante i titoli che la qualificano ed i meriti nella pluriennale conduzione (22 anni!), la dott.ssa Elena Sartori, pianista, clavicembalista, Direttrice d’orchestra e docente di ruolo presso il Conservatorio di Bolzano, si è dimessa «da qualsiasi carica organizzativa e artistica inerente il Festival d’Organo di San Vitale nell’auspicio che questo passo indietro possa favorire la ripresa di un dialogo tra la Curia e la Polifonica, il cui consiglio direttivo provvederà a individuare una nuova figura di direttore artistico per il Festival ravennate così noto e celebrato nel mondo». Così recita il comunicato dell’Associazione Polifonica che ha sin qui gestito il Festival.
La petizione lanciata a sostegno della prosecuzione del Festival ha già ottenuto 600 sottoscrizioni ravennati, italiane e internazionali: tutti i maggiori direttori di organo al mondo hanno firmato! Si tratta di un risultato considerevole per una petizione così specialistica che ha praticamente doppiato il numero di sottoscrizioni previste dal regolamento comunale per ottenere la discussione consiliare.
Ravenna in Comune ribadisce che è inammissibile che la Curia si appropri del diritto di decidere cosa fare di un bene dell’umanità, San Vitale, negando la prosecuzione di un festival storico per la Città ed il Mondo, senza nemmeno interloquire con chi rappresenta quella cittadinanza a cui il festival idealmente appartiene. Inoltre ribadiamo l’inammissibilità del continuo silenzio e disinteresse da parte di consigliere e consiglieri comunali e della stessa Giunta, evidentemente più interessati a non disturbare l’Arcivescovo che a tutelare gli interessi culturali, economici e, anche, turistici messi a repentaglio dalla decisione di sopprimere il festival. Sappiamo bene che la sordità selettiva è una malattia cronica del sistema di potere ravennate che crede di essere titolato per diritto divino a proseguire nella gestione della cosa pubblica cittadina senza mai dar conto del proprio operato. Tuttavia auspichiamo che, anche solo l’approssimarsi delle elezioni, quanto abbiamo detto risvegli le coscienze delle Istituzioni politiche e di quelle diocesane e, soprattutto, faccia loro accettare l’interlocuzione con l’Associazione Polifonica perché sia possibile una 64esima edizione del Festival Internazionale di Musica d’Organo di San Vitale. Quanto meno vorremmo che, perlomeno da parte di chi siede in Consiglio Comunale, venisse data risposta alle ripetute richieste di attenzione formulate dalla Direzione del Festival.
[nell’immagine: l’Organo Mascioni di San Vitale comprato dalla Provincia in funzione del Festival d’Organo]
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Raccolte 600 firme per salvare il Festival di musica d’Organo di Ravenna. Si dimette la direttrice Elena Sartori