ALBERI: LA DIFESA DEL BENE COMUNE

Nei giorni scorsi è stato respinto il ricorso di tante cittadine e cittadini presentato al Tribunale di Ravenna per fermare gli assurdi abbattimenti di pini in viale Romagna a Lido di Savio. Erano state 71 le firme sotto al ricorso, oltre a quelle delle associazioni Italia Nostra e WWf, presentato per evitare il danno alla salute correlato all’abbattimento. La richiesta era supportata dalle relazioni di esperti ed era stata preceduta da una serie di tentativi di far cambiare la decisione all’Amministrazione Comunale attraverso il confronto. Una raccolta di firme che, oltre ai pini di Savio, rivendicava il salvataggio degli alberi in via Maggiore a Ravenna, ha superato le 5mila sottoscrizioni. La richiesta di incontro al Sindaco, durante il mandato di de Pascale, non è stata accolta, dirottando i richiedenti a livello di assessori. Gli incontri informali e le riunioni formali a Palazzo Merlato, con questi ultimi, assessora ai capri espiatori Del Conte (PD) e assessore alla deforestazione Gallonetto (5Stelle), si sono rivelati prese in giro.

Non sono state respinte in giudizio le richieste del ricorso. Semplicemente non sono state esaminate in quanto, secondo la decisione del Tribunale, vi sarebbe un difetto di giurisdizione. Analogo ricorso era stato presentato per una vicenda simile avanti il Tribunale di Torino dove, invece, la decisione, confermata anche in appello, è stata di tenore opposto: il danno alla salute c’è e il Tribunale è legittimato a decidere nel merito. Non solo, a Torino è stato deciso che, in caso di sostituzione, non sia possibile ripiantare un fuscello: gli alberi eventualmente abbattuti (dilazionando il taglio in non meno di un quinquennio) andrebbero sostituiti solo con piante con il fusto della circonferenza di 20-25 centimetri e dell’altezza di 4 metri. Il motivo? È provato che dove questo non avviene la temperatura sale di almeno 2 gradi. Nonostante questo a Ravenna, all’incompetenza dichiarata dal Tribunale, si è accompagnata la condanna delle cittadine e dei cittadini a pagare oltre 3mila euro al Comune. Una vera e propria sanzione sotto l’etichetta della “rifusione delle spese di lite”.

Non bastasse, è arrivata puntuale l’irrisione dell’assessora Del Conte: «Il fatto che i giudici abbiano condannato il Comitato alle spese processuali non è di poco conto». Ha aggiunto che i cantieri non perderanno l’occasione per proseguire. Perché di questo si tratta in fondo: la realizzazione di un progetto sbagliato, finanziato con il debito PNRR, che la Giunta de Pascale e ora Sbaraglia si ostina a chiamare “Parco Marittimo”. Un ben strano parco marittimo quello che a Lido di Savio richiede l’abbattimento di 50 pini sani e di 50 anni di vita lungo un viale cittadino la cui caratteristica è proprio quella di essere alberato… Ci sembra quanto mai rivelatore dei reali obiettivi di un centrosinistra che si era fatto eleggere promettendo «la più grande opera di riforestazione dalla seconda guerra mondiale» (programma de Pascale per le elezioni del 2021). Ci sembra altresì scontato il valore (nullo) da attribuire alle promesse di fare di «Ravenna la città degli alberi» del candidato Barattoni (PD) al ruolo di Sindaco che, contestualmente, promette continuità con le politiche del suo predecessore. Non a caso le ultime di de Pascale da Sindaco erano state le sue dichiarazioni di odio verso il simbolo della citta: il pino. «I pini non sono idonei all’ambito urbano» aveva detto, «bisognerà arrivare alla loro sostituzione, non ripiantandoli quando vengono rimossi». «Missione compiuta!» possono assicuragli i suoi fedeli assessori (ancora per qualche mese).

Vale la pena ricordare una volta in più il decalogo stabilito nel Regolamento del Verde adottato dal Comune di Ravenna e che le assessore e gli assessori della Giunta evitano di rispettare:

1. Gli alberi forniscono numerosi benefici alle comunità che li ospitano: ambientali, ecologici, estetici, culturali e psicologici. 2. Chi si occupa di gestione degli alberi deve prima di tutto garantire la massima espressione dei benefici che essi forniscono attraverso la salvaguardia della loro integrità biologica ed architettonica. 3. La perdita di branche, la formazione di cavità interne ed il cedimento strutturale contribuiscono all’autodeterminazione biologica ed architettonica dell’albero; esse possono essere parzialmente prevenute, ma non evitate integralmente. 4. La convivenza con gli alberi comporta un minimo livello di rischio. Questo rischio è statisticamente assai modesto. 5. Il livello di “rischio zero” connesso alla convivenza con gli alberi coincide con l’eliminazione integrale di questi ultimi, ovvero con la rinuncia a tutti i benefici che da essi derivano. 6. Chi si occupa di gestione degli alberi deve inserire la riduzione del rischio tra le altre finalità della propria attività, valutando il rischio stesso in funzione dei benefici che forniscono gli alberi. 7. Tutti gli interventi che direttamente o indirettamente alterano l’integrità biologica ed architettonica degli alberi riducono i benefici che questi forniscono alla comunità e, a parità di altre condizioni, aumentano il livello di rischio nel medio e lungo periodo 8. La gestione degli alberi deve essere tecnicamente ed economicamente proporzionata al reale livello di rischio. 9. La riduzione del livello di rischio non è in relazione diretta con il cedimento strutturale. Chi si occupa di gestione degli alberi non deve evitare il cedimento strutturale ma le potenziali conseguenze negative dello stesso, privilegiando soluzioni che non incidano sull’autodeterminazione dell’albero. 10.Quando il livello di rischio connesso alla convivenza con gli alberi è considerato inaccettabile e non sia possibile provvedere alla sua riduzione attraverso pratiche compatibili con la dignità dell’albero, ovvero con il rispetto della sua integrità biologica ed architettonica, l’abbattimento deve essere considerato come unica soluzione possibile.

Ravenna in Comune ringrazia le cittadine e i cittadini, oltre alle associazioni, per il loro impegno nel ricordare all’Amministrazione Comunale in cosa consista la salvaguardia di quel bene comune che sono le piante, gli alberi e l’universo vegetale racchiuso entro i confini dell’Ente locale. Confermiamo il nostro impegno nella rappresentanza delle istanze della cittadinanza riguardo alla tutela ambientale. La primavera e le elezioni sono vicine: resistere, resistere, resistere.

[Nell’immagine: la strage di alberi di Lido di Savio compiuta lo scorso anno]

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I pini di Lido di Savio. Cittadini condannati: “Il ricorso va fatto al Tar”

Fonte: Il Resto del Carlino del 4 gennaio 2025

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