Il titolo giornalistico non lascia spazio a molti dubbi sulla pagina nera dell’ultima notte dell’anno: «Botti, feriti e danni. Nessuna ordinanza, un’ora di esplosioni. Un 50enne operato all’occhio dopo lo scoppio di un petardo. Decine di cassonetti incendiati, diverse segnalazioni di animali spariti». C’è lo stesso bisogno di specificare? Basta leggere la stampa locale: «La mezzanotte è diventata il segnale per trasformare le strade in un’arena di esplosioni e scoppi incessanti. La mancanza di regole ha lasciato campo libero agli eccessi, con un bilancio che parla chiaro. Il caso più grave riguarda un cinquantenne, ferito seriamente a un occhio da un petardo. L’uomo è stato portato d’urgenza in ospedale e sarà sottoposto a un intervento chirurgico per cercare di salvare la vista. Incidenti del genere non sono una novità: lo scorso anno, un uomo perse una mano in circostanze simili. Ma il rumore assordante e la pericolosità dei botti non hanno avuto effetti solo sugli esseri umani. Decine di segnalazioni apparse su gruppi Facebook come SOS Animali e Animali smarriti Ravenna raccontano di cani e gatti terrorizzati, scappati di casa o ancora dispersi. Come se non bastasse, i vigili del fuoco sono stati impegnati tutta notte in decine di interventi su cassonetti incendiati dai petardi in tutta la provincia. Gli episodi, concentrati soprattutto sui contenitori della carta, hanno generato danni materiali e richiesto uno sforzo straordinario per evitare che gli incendi si propagassero ulteriormente».
Ravenna in Comune era tornata a sollecitare la Giunta perché emanasse «un provvedimento di divieto di botti e spettacoli pirotecnici su tutto il territorio di competenza. Una proibizione dello stesso tipo di quella già adottata limitatamente a Borgo Montone, dal 31 ottobre all’1 novembre, estesa a tutto il Comune e ad ogni giorno dell’anno, sarebbe il segno che quel cambio di passo più volte annunciato si è finalmente iniziato a compierlo». Avevamo ricordato «che quella dei “botti” è una vera e propria industria di morte, visto il numero di incidenti mortali nelle fabbriche legali e in quelle clandestine. Si tratta di un fenomeno che causa sofferenze a categorie deboli come anziani e animali. Inoltre è una fonte di infortuni quasi senza paragoni: oltre tremila feriti in Italia in 10 anni di botti nella sola notte di Capodanno. Ovviamente si tratta di una importante fonte di rischio incendi. E, anche, una causa di inquinamento di enormi dimensioni. Oltre all’inquinamento acustico e, ovviamente, a quello luminoso, ci sono gli involucri in polimeri sintetici, le plastiche insomma, che poi finiscono in mare. E poi i metalli pesanti, gli ossidi di azoto e di zolfo. E le polveri sottili, naturalmente». Inutilmente. Le orecchie della Giunta sono rimaste sorde quest’anno come lo erano state gli altri anni. Capodanno, festa del Patrono, Ferragosto, nulla cambia per chi cerca di distinguersi in peggio anche dagli esempi virtuosi di altre località più o meno vicine a noi: Roma, Firenze, Genova, Bologna. A Bolzano e Venezia i divieti valgono tutto l’anno. Botti vietati tutto l’anno anche a Torino e in quasi tutte le città del Piemonte. Divieti anche in Calabria, nelle Marche, nelle città della Sardegna e a Palermo.
A Ravenna no. L’assessore con delega all’edera, già vicesindaco finché il titolo non valeva niente, Eugenio Fusignani, era stato chiarissimo nel garantire totale libertà di scoppio ed esplosione: «Anche quest’anno, come amministrazione, abbiamo scelto di non applicare ordinanze specifiche per vietare i botti di Capodanno». Le conseguenze sono state quelle descritte e potevano indubbiamente essere ancora peggiori. Allargando lo sguardo all’intera Penisola, infatti, quest’anno è stato quello record per numero di feriti rispetto agli ultimi dieci anni. Secondo i dati forniti dalla Polizia, i feriti registrati durante i festeggiamenti di Capodanno 2025 sono stati 309, con 69 ricoveri e 34 casi gravi con prognosi superiori a 40 giorni. L’età delle vittime è particolarmente preoccupante: 90 minorenni hanno riportato lesioni. Quasi 900 gli interventi dei vigili del fuoco per incendi legati ai festeggiamenti, 179 in più dell’anno scorso. E non si creda che il peggio si sia toccato nel napoletano (due colpiti da proiettili vaganti): nella classifica delle regioni con il numero maggiore di interventi durante la notte di Capodanno, prima della Campania vengono Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Trentino Alto Adige. Gli ultimi, in ordine di tempo, morti sul lavoro in una fabbrica di fuochi d’artificio sono stati tre ragazzi ad Ercolano il 18 novembre scorso.
Un’antica tradizione richiede che il nuovo anno si inizi abbandonando vecchie abitudini dannose e persino oggetti inutili. Invitiamo la cittadinanza a sbarazzarsi appena possibile di Fusignani e del resto di quel centrosinistra che anche dopo le dimissioni di de Pascale continua a causare danni e pure se ne vanta. Le urne di primavera si avvicinano: non perdiamo l’occasione per gettarli tutti tra i rifiuti non riciclabili.
[nell’immagine: botti e danni di Capodanno tra la Darsena (a sx) e Carraie (a dx)]
#RavennainComune #Ravenna #botti
___________________________
Botti, feriti e danni. Nessuna ordinanza, un’ora di esplosioni