IL NOSTRO VOTO PER FEDERICO SERRA

Domenica e lunedì si tengono le elezioni delle e dei rappresentanti all’Assemblea dell’Emilia Romagna e di chi presiederà la Regione nei prossimi cinque anni. Ravenna in Comune ha una dimensione locale e, come tale, ovviamente, non partecipa alle elezioni né ha aderito ad alcuna delle 4 liste (solo 3 votabili a Ravenna). Tuttavia non ci possiamo disinteressare di questo passaggio che, volente o nolente, molto influirà sulla nuova Amministrazione comunale che sorgerà dalle elezioni di primavera. 

In questi mesi, dalle dimissioni anticipate di Bonaccini per garantirsi un posto dopo la fine del mandato e da quando si sono definite le 4 candidature alla presidenza della Regione, abbiamo espresso volta a volta valutazioni sui singoli temi, sulle criticità e sulle opportunità di competenza regionale, per come si propongono di affrontarle le liste che si presentano al voto e sulla credibilità delle rispettive promesse elettorali.

Abbiamo profondo rispetto per la scelta del non voto. Come già abbiamo avuto modo di sostenere: «Il voto è un diritto costato sangue e il suo esercizio merita rispetto. Peraltro anche il non voto e il non subire conseguenze per la mancata partecipazione al momento elettorale è una conquista, per quanto oggi sembri scontata». Se questo vale sempre, pur con i limiti che incarna la democrazia rappresentativa (e con tutti gli ostacoli frapposti all’esercizio di una democrazia invece diretta), riteniamo che a questa tornata elettorale sia importante partecipare, esprimendo un voto positivo e quindi non astenendosi o annullando la scheda.

È importante che torni ad essere rappresentata la voce dei non privilegiati, una voce largamente maggioritaria ma che non ha avuto bocche per parlare nell’Assemblea che sta per sciogliersi. Con qualche notevole eccezione, merito di scelte individuali e non della lista di origine: è doveroso riconoscerlo a Giulia Gibertoni, fuoriuscita dalla lista 5stelle, che dal gruppo misto ha dato solitario sostegno a cause importanti in cui ci riconosciamo, dal no al rigassificatore, alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, allo stop allo spreco di suolo per motivi speculativi, alla tutela del territorio, degli animali e delle piante, ed altre ancora.

Centrodestra e centrosinistra, con le candidature Ugolini e de Pascale, non sono interessate a rappresentare la maggioranza della popolazione emiliano-romagnola, pensando esclusivamente a come venire incontro a quella ristretta minoranza che vuol continuare a sfruttare la Regione come ha liberamente fatto durante i mandati di Bonaccini e prima ancora di Vasco Errani: speculatori immobiliari, padroni della sanità privata, lobby del fossile, grandi gruppi finanziari e industriali, cooperative divenute imprese di sfruttamento ed altri ancora. Dalla lista “Lealtà Coerenza Verità”, che candida Luca Teodori, ci allontanano posizioni per noi inaccettabili, come quelle di discriminazione di chi non si dichiara eterosessuale e xenofobiche, mentre sono ad esempio apprezzabili la tutela idrogeologica e delle aree montane. Come detto, peraltro, solo Teodori (proveniente dalle fila della Lega) e non la lista è presente sulla scheda a Ravenna. Dalla candidatura di Elena Ugolini (proveniente dalle fila di Comunione e Liberazione), invece, ci allontana proprio tutto: è la degna ombra di de Pascale con cui, in effetti, ha fatto una campagna parallela. Dal privato nella sanità ai diritti edificatori, siamo ad anni luce di distanza da un programma che, invece, con quello del centrosinistra è pressoché interscambiabile, slogan acchiappa gonzi a parte.

Ricordiamo all’elettorato che per la cittadinanza di Ravenna questa è anche l’occasione per esprimere una valutazione sull’operato del Sindaco, Michele de Pascale, in quanto candidato dal centrosinistra alla Presidenza della Regione, che si è proposto proprio in base ai presunti buoni risultati che avrebbe conseguito nel nostro Comune durante i suoi mandati. Giudizio che, come chi ci legge ben sa, per Ravenna in Comune è profondamente negativo. Finalmente può esprimersi chi ha dovuto subire scelte che non figuravano sul programma di de Pascale, come il rigassificatore e la capillare invasione di metanodotti, la distruzione delle archeologie industriali, il via libera ad uno sproporzionato numero di centri commerciali, la proliferazione di case e casette nuove in un territorio in cui l’offerta è sovrabbondante e nello stesso tempo a prezzi troppo alti per soddisfare la richiesta, le conseguenze di alluvioni rese devastanti proprio a causa delle sue politiche, ecc. Non votarlo servirà anche da utile promemoria per chi è stato candidato dal centrosinistra a succedergli, Alessandro Barattoni, segretario provinciale del PD (come era lo stesso de Pascale), e dichiara di volerne rappresentare la continuità amministrativa. Delle elezioni di primavera, però, avremo modo di parlare nella campagna elettorale che inizierà con le dimissioni di de Pascale e a cui Ravenna in Comune prenderà parte.

In conclusione, la complessiva valutazione delle tematiche ci fa ritenere del tutto conforme ai nostri valori il solo programma della lista “Emilia Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro” che candida Federico Serra. Sia il profilo che le esperienze del candidato ed anche le azioni per la cui attuazione si propone sono pienamente in linea, per quanto declinate a livello regionale, con il nostro programma politico a dimensione comunale. Come Ravenna in Comune invitiamo dunque al voto, nella giornata del 17 novembre e sino alle ore 15.00 del lunedì seguente, tracciando un segno sul contrassegno della lista “Emilia Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro” ed esprimendo una o due preferenze (in quest’ultimo caso di genere diverso) tra le quattro candidature della provincia di Ravenna: Giovanni Gavelli e Marisa Iannucci (che cogliamo l’occasione per entrambi ringraziare per aver partecipato alla nostra ultima assemblea), Roberto Gentilini e Franca Mori.

Buon voto.

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Fonte: Ravenna Notizie del 7 novembre 2024

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