Moschea: rispetto dei diritti, delle regole, delle donne

Si è’ conclusa la vicenda giudiziaria che ha visto contrapporsi Marisa Iannucci presidente dell’ Associazione donne Musulmane – Life – e gli organi dirigenti della Moschea di Ravenna. Marisa Iannucci che fu querelata per diffamazione a seguito di una intervista rilasciata alla stampa nel lontano 2012, non solo è’ stata assolta ma ha avuto il riconoscimento da parte del Tribunale della veridicità delle sue affermazioni. Le sue accuse e le sue critiche così come quelle di tanti fedeli musulmani erano, quindi, fondate su documenti, su prove certe e verificabili. Ricordiamo che la responsabile di Life accuso’ l’ allora dirigenza della Moschea di non avere rispettato lo statuto, rifiutando di dimettersi in attesa di nuove elezioni. Non solo. Marisa Iannucci parlo’ di opacità è poca trasparenza nella gestione contabile, di intimidazioni, di discriminazioni nei confronti delle donne e di chi la pensava in modo diverso.
Ravenna in Comune preso atto di questa sentenza si chiede :
1) Come mai la giunta Matteucci abbia ritenuto interlocutori credibili, persone che non erano legittimate a rappresentare la comunità musulmana
2) Tutti coloro che appoggiarono la creazione di quella che è per dimensioni il secondo luogo di culto musulmano in Italia, erano concordi nel chiedere trasparenza, parità di genere e democrazia partecipata.
Matteucci si è’ dimenticato qualcosa. Come mai, infatti, nulla è’ stato fatto dalla sua’ amministrazione per accertare se erano vere le accuse di discriminazione nei confronti delle donne e nei confronti dei molti che la pensavano in modo difforme da coloro che arbitrariamente si ritenevano i portavoce della comunità islamica ravennate ? La realtà è’ che si è’ voluto dare forza e credibilità ad organi dirigenti che non erano legittimati. Non ci stupiamo più di tanto. Matteucci è’ il sindaco che ha accentrato ” sicurezza ed immigrazione ” nelle mani di un solo assessore. Un messaggio chiaro,da vero sceriffo, un messaggio che ha voluto premiare i poteri forti anche illegittimamente costituiti e che non va certo nella direzione di una società interculturale laica e rispettosa delle altrui diversità.

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